La crescita disomogenea presenta realtà e sfide diverse
15/11/2022
Secondo le stime delle Nazioni Unite (ONU), martedì scorso (15) la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi. Nonostante l'aumento totale, si è verificata una crescita diseguale tra le popolazioni dei Paesi, oltre a realtà impegnative e molto diverse tra loro.
Se da un lato i Paesi più poveri registrano un aumento delle nascite, dall'altro soffrono di insicurezza alimentare, fame, problemi sanitari di base, scarso accesso all'istruzione e, in alcuni casi, conflitti politici e guerre. Secondo le Nazioni Unite, più della metà della crescita demografica nei prossimi decenni si concentrerà in otto Paesi, per lo più africani: Congo, Egitto, Etiopia, Nigeria e Tanzania. All'elenco si aggiungono i Paesi asiatici dell'India (che si prevede supererà la Cina come Paese più popoloso del mondo entro il 2023), del Pakistan e delle Filippine.
I Paesi sviluppati, invece, registrano una crescita più lenta, come l'Italia, la cui popolazione si è ridotta per il quinto anno consecutivo nel 2020. Il numero di nascite ha toccato un minimo storico. Secondo i dati dell'Istituto nazionale di statistica (Istat), nel 2019 sono nati 67 bambini ogni 100 persone morte nel Paese, rispetto ai 96 ogni 100 di 10 anni fa.
I dati diffusi dall'ONU mostrano anche che la crescita demografica complessiva sta rallentando. Ci sono voluti 12 anni perché la popolazione passasse da 7 a 8 miliardi di persone e, secondo le stime, ci vorranno 15 anni per raggiungere i 9 miliardi e 21 anni per arrivare a 10.
Fonte: Ansa Brasil e Globo