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Olavo Machado, presidente del Sistema Fiemg, rilascia un'intervista esclusiva alla Camera Italiana

Ci racconta un po' della sua carriera

 

Come è stato il suo percorso professionale per arrivare alla presidenza della Fiemg?

È una storia lunga, che risale alla Scuola di Ingegneria UFMG, al lavoro pionieristico di mio padre nel campo dell'elettronica e alle aziende che ho fondato nel settore elettrico. Soprattutto, risale a un'irrefrenabile vocazione all'associazionismo imprenditoriale che mi ha portato a ricoprire incarichi in organismi rappresentativi dell'industria: il Sindacato dell'Industria Elettrica, Elettronica e Apparecchiature Simili dello Stato di Minas Gerais (Sinaees), l'Associazione Brasiliana dell'Industria Elettrica ed Elettronica (Abinee/MG e Abinee/SP), il Centro Industriale delle Città Industriali di Minas Gerais (CICI/MG), la Società degli Ingegneri di Minas Gerais (SME) e il Centro Industriale e Commerciale di Minas Gerais (CIEMG). Oggi sono alla Federazione delle Industrie di Minas Gerais e alla Confederazione Nazionale dell'Industria (CNI), dove sono direttore e presidente del Consiglio per le Infrastrutture.

Qual è lo stato della politica industriale brasiliana e quale impatto ha sull'industria del Minas Gerais?

Uno dei principali problemi dell'industria brasiliana e di Minas Gerais è la scarsa competitività. L'ammontare delle imposte - dazi, tasse, oneri e contributi di ogni tipo - mette sotto pressione le aziende, appesantisce i nostri prodotti e riduce la competitività dell'economia, impedendo all'industria di progredire. In condizioni di uguaglianza, saremmo in grado di competere, ma non possiamo farlo in condizioni di disuguaglianza. Non possiamo continuare a far arrivare prodotti dall'estero, come avviene oggi, con tasse e oneri diversi da quelli a cui è soggetta l'industria brasiliana. Dobbiamo uniformare. C'è molto da fare e il governo ha l'enorme responsabilità di risolvere il groviglio burocratico che crea un ambiente ostile per gli imprenditori e ostacola gli investimenti. Per tutti questi motivi, la riforma fiscale è una delle grandi sfide per semplificare il sistema fiscale nazionale e bilanciare l'elevato carico fiscale sulle imprese. Questo è senza dubbio uno dei principali ostacoli a una maggiore crescita dell'attività industriale.

Che ruolo avrebbe l'Italia nel processo di internazionalizzazione dell'industria mineraria?

Ritengo che l'esperienza italiana di associazione tra imprese dello stesso settore, che formano cluster o, come li chiamiamo in Brasile, gli Accordi Produttivi Locali (APL), che si basano sul modello in cui gruppi di aziende agiscono in modo cooperativo, sono un esempio di successo. Le aziende italiane con un massimo di 50 dipendenti forniscono prodotti e servizi al mercato locale, all'Unione Europea e ad altri continenti. Un altro importante contributo dell'industria italiana riguarda la produzione di beni, soprattutto macchinari e attrezzature, con un'attenzione particolare ai mercati di nicchia e allo stesso tempo con prestazioni e produttività eccellenti.

In quali settori l'Italia potrebbe dare un forte contributo allo sviluppo industriale del Minas Gerais?

L'industria italiana ha una grande competenza, soprattutto nel settore dei macchinari e degli strumenti in generale per i prodotti di consumo e i rivestimenti. L'Italia si distingue anche nei settori dei ricambi auto, della moda e dell'arredamento.

Cosa le piace fare nel tempo libero?

Lavorare al restauro e alla manutenzione di vecchie auto è il mio hobby preferito. Mi dà molto piacere e gioia, ad esempio, armeggiare con la Fiat 147 che ho appena acquistato. Mi piace passare il tempo con la mia famiglia e, se potessi, vorrei andare in Italia più spesso per divertirmi.

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