Imprenditore con una vasta carriera e una grande importanza per l'economia dello Stato e del Paese, parla del suo percorso professionale, del suo trasferimento in Brasile e del suo legame con l'Italia.
Alberto Medioli, imprenditore di grande importanza per l'economia del Minas Gerais e del Brasile, che opera in diversi settori e aziende, racconta alla Camera di Commercio Italiana del Minas Gerais un po' della sua carriera professionale, del suo arrivo in Brasile e dei forti legami che ha ancora con l'Italia.
Com'era la sua carriera prima di diventare imprenditore?
Dai 14 ai 18 anni ho frequentato un istituto tecnico per la contabilità e l'amministrazione nella città di Parma, che mi ha portato su questa strada.
Come sono iniziate le attività dell'OMR e cosa pensa sia stato più importante per ottenere il successo che ha ottenuto?
Nel 1998 ricevetti la visita dei proprietari di OMR Italia, che cercavano un partner per sviluppare alcuni componenti per il motore Fiat Fire che già fornivano in Italia. La partnership è stata un successo, perché ha unito due gruppi con lo stesso profilo tecnico, gli stessi obiettivi e le stesse ambizioni.
Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato come imprenditore in Brasile?
Le maggiori difficoltà sono state dovute alla burocrazia brasiliana quando si è trattato di importare le attrezzature specifiche per produrre i componenti che stavamo sviluppando.
Ci sono differenze significative tra la gestione di un'azienda in Brasile e in Italia? Quali sarebbero?
Ho imparato e insegnato ai miei soci che in Brasile le cose facili sono difficili e quelle difficili sono facili. In altre parole, è facile avviare nuove imprese, ma è difficile superare la burocrazia e capire la legislazione, il carico fiscale e così via.
Possiamo notare che le aziende che compongono il Gruppo Sada provengono da settori molto diversi tra loro. Come si è svolto questo processo? Qual è la quota relativa di queste aziende nel Gruppo?
In effetti, in un Paese in grande sviluppo si presentano sempre nuove opportunità. Quando sono arrivato nel 1990, si producevano poco più di 1.000.000 di veicoli, ma in 15 anni il volume è quasi quadruplicato. In questo periodo siamo riusciti a consolidare le nostre attività nei settori dell'auto, dei trasporti, delle concessionarie e dei ricambi auto. Nel 2005 abbiamo iniziato a investire nel settore energetico, nella bio-massa, nella produzione di alcol e nella riforestazione.
Quanto è importante l'origine italiana per il successo delle aziende del Gruppo Sada e qual è l'attuale legame del gruppo con il mercato italiano?
La cultura e il modello amministrativo e operativo che ho appreso in Italia sono modelli applicabili in tutto il mondo, ma è stato anche necessario adattarsi rapidamente al territorio e adeguarsi costantemente alle esigenze in continua evoluzione dei tempi. L'Italia, nonostante la crisi che sta vivendo, continua a essere la culla dell'innovazione tecnologica e i contatti che continuiamo a mantenere sono fondamentali per tenersi aggiornati e adattarsi alle nuove esigenze del mercato.