Ecco come è stato l'ingresso nella carriera diplomatica e le sue sfide
Come è entrato nella carriera diplomatica?
Sono entrata nella carriera diplomatica nel 2007, dopo aver superato l'esame pubblico per il Ministero degli Affari Esteri. Ma all'epoca lavoravo già da due anni in Confindustria a Roma, occupandomi delle relazioni istituzionali per Federchimica, la Federazione italiana dell'industria chimica. È stato bello poter avere questo sfondoOltre ai suoi studi di economia internazionale presso l'Università Luigi Bocconi a Milano.
In quali progetti è stato coinvolto dal suo arrivo in Brasile?
C'è un progetto in particolare a cui stiamo lavorando dal mio arrivo: "Aiutaci ad Aiutarti", una serie di iniziative per avvicinare ogni giorno il Consolato alla colonia italiana. Per questo abbiamo allestito un'area bambini nella sala d'attesa pubblica, grazie alla collaborazione della Fondazione Torino e del Comites.
Siamo stati molto impegnati anche con l'Italia ai Mondiali di calcio, che ha portato a Belo Horizonte la Sestetto del Progetto Opera Stradivari al Palazzo dell'Arte, e stiamo preparando la Settimana della lingua e della cultura italiana (dal 20 al 25 ottobre), oltre a molte altre iniziative per l'Expo di Milano del 2015.
Com'è l'esperienza in Brasile?
Meraviglioso! Non avevo mai visitato il Brasile prima del mio trasferimento a maggio. Sono arrivata direttamente dalla Spagna, senza sapere esattamente cosa avrei dovuto affrontare. Finora mi sta piacendo molto.
E l'adattamento a Minas?
Tutto il Brasile è accogliente, ma la gente di Minas Gerais mi fa sentire a casa. Fin dall'inizio, anche se il mio portoghese non è il massimo, non ho mai avuto problemi di adattamento e tutti si sono sforzati di capirmi e aiutarmi. Inoltre, qui a Minas ci sono molti elementi italiani che mi fanno sentire a casa.
Quali sono le maggiori sfide dell'essere Console, data la sua giovane età?
Penso che la gioventù sia un'opportunità, la più grande opportunità che ho! Le sfide che sto affrontando in questi primi mesi non sono dissimili da quelle che hanno avuto i miei predecessori. Tuttavia, la mia "giovinezza" è sicuramente una delle chiavi per aprire le porte del Consolato a quella parte della colonia che, fino ad ora, non aveva contatti con gli altri italiani di Minas e nemmeno con il Consolato.