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Intervista: Associazione Italiana Commercio Estero (AICE)

27/04/2018

In missione in Brasile ad aprile, i rappresentanti dell'Associazione italiana commercio estero (Aice), Pierantonio Cantoni, responsabile dello sviluppo commerciale internazionale, e Giovanni di Nardo, analista dello sviluppo commerciale internazionale, si sono recati a Belo Horizonte (MG) per una delle fasi del roadshow Giornata italianaHanno presentato le opportunità di business in Italia. Il 19, presso la sede della Fiemg, abbiamo parlato con Cantoni e di Nardo delle aspettative imprenditoriali e del futuro delle relazioni commerciali tra i due Paesi.

1 - Secondo la sua analisi, cosa rende il Brasile un Paese interessante per le aziende italiane?

Pierantonio Cantoni: È interessante per diversi motivi. Dal punto di vista delle esportazioni italiane in Brasile, è un Paese molto grande, con una popolazione giovane e in crescita, ha relazioni di lungo periodo con l'Italia, è uscito dal periodo di crisi e recessione economica, fattori che hanno reso il Paese interessante per un discorso macroeconomico. Dal punto di vista delle importazioni, è interessante per la varietà di materiali e materie prime che possono essere fornite all'industria italiana.

2 - Come si è evoluto nel tempo il rapporto tra i membri di Aice e il Brasile? E dell'Aice come istituzione?

Pierantonio Cantoni: Il rapporto con i nostri soci è a lungo termine. Dobbiamo tenere presente che a Milano c'è una forte base di torrefattori, nostri soci, aziende che importano caffè dal Brasile da molti anni o che hanno prodotti agricoli come fiori e piante da esportare in Italia. Il rapporto con l'associazione è diverso. Aice ha perso alcuni legami con il Brasile, essendo un mercato che ha avuto alti e bassi, oltre a chiusure che non hanno facilitato il commercio con l'estero. Oggi si assiste a una ripresa dei rapporti commerciali con l'Italia e l'Europa, a una maggiore facilità di fare business e a un sistema che può facilitare le imprese italiane a fare affari con il Brasile.

3 - Quali sono le principali sfide nella promozione del business tra italiani e brasiliani?

Pierantonio Cantoni: La burocrazia brasiliana. Questo è quello che ci dicono tutti. Se lo si guarda dall'altra parte, il mercato europeo è aperto, senza restrizioni e facilmente accessibile. Il mercato brasiliano è complicato dal punto di vista delle tariffe, delle tasse e delle certificazioni. Questo scoraggia gli affari, sia in entrata che in uscita, come nel caso della soia, caratterizzata da dazi all'esportazione che gravano sugli esportatori brasiliani per vendere in altri Paesi.

4 - In che modo l'associazione aiuta le imprese italiane nel loro processo di internazionalizzazione?

Giovanni di Nardo: L'Aice aiuta le aziende associate in termini di supporto alle difficoltà tecniche incontrate nei processi di internazionalizzazione. C'è una sezione che si occupa di contrattualistica internazionale, una che si occupa di fiscalità e dogane. Un altro aspetto fondamentale è la ricerca di potenziali clienti che possono essere distributori, importatori o anche fornitori, perché ricordo che l'associazione è anche orientata all'importazione.

 

5 - Cosa si aspetta dalla ripresa dell'economia brasiliana e dall'aumento degli investimenti italiani nel Paese?

Giovanni di Nardo: Gli italiani non sono grandi investitori, ma speriamo che l'accordo tra Unione Europea e Mercosur possa essere firmato presto per dare spazio alla facilitazione degli scambi e che possa garantire una maggiore collaborazione dal punto di vista degli investimenti. Possiamo contribuire molto al Brasile, con tecnologia e macchinari. Il Brasile può essere un partner fondamentale, quindi la firma di questi accordi può aggiungere valore all'incremento delle relazioni tra i due Paesi.

6 - Quali sono i risultati attesi dopo la Giornata italiana?

Giovanni di Nardo: Il risultato principale è quello di espandere le relazioni con il Brasile, per creare opportunità commerciali in tutti i settori in cui operiamo. Ci auguriamo che ci sia un aumento degli scambi commerciali. Vorremmo che Brasile e Italia si avvicinassero dal punto di vista culturale, commerciale e dell'approccio bilaterale tra i due mercati, e siamo interessati a incontrarci a un tavolo per sviluppare progetti seri al fine di migliorare e incrementare gli scambi.

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