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Piemonte: la terra dell'incomparabile cioccolato gianduiotto

Scoprite la storia del famoso cioccolato gianduiotto, ottenuto da una pasta di zucchero, cacao e nocciole piemontesi.

 

Il gianduiotto è un cioccolatino piemontese, la cui forma ricorda una barca rovesciata, realizzato con una pasta di zucchero, cacao e nocciola piemontese, o Nocciola Piemonte IGP Tonda Gentile delle Langhe - il nome ufficiale della nocciola. Il nome gianduiotto deriva da gianduia, che è il modo in cui i piemontesi chiamavano la miscela di nocciole. cioccolato con pasta di nocciole.

Lo stretto rapporto tra la regione Piemonte e il cioccolato risale a molto tempo fa. Prima del 1826, il cioccolato veniva servito esclusivamente come bevanda calda. Dopo la conquista del Piemonte da parte di Napoleone, le scorte di cacao scarseggiarono e le nocciole, presenti in abbondanza nella regione, furono aggiunte al cioccolato. Nacque così la pasta gianduia, oggi nota come nutella, che ha riscosso successo in oltre 70 paesi. Inizialmente utilizzata dai piemontesi come alimento energetico, questa pasta iniziò poi a essere consumata come dolce, sotto forma di caramelle dalle innumerevoli varianti.

La storia del gianduiotto inizia nel secondo dopoguerra, nei pressi di Alba, dove il maestro Pietro Ferrero brevetta un blocco di cioccolato da tagliare a fette. Questa miscela di cacao e Tonda Gentile, una qualità di nocciola della zona di Alba (il cui nome può essere tradotto come dolce e piccola), fu perfezionata nel 1960 dal figlio Giovanni Ferrero. Conosciuto in tutto il mondo come l'inventore del cioccolato dell'ovetto Kinder, lo trasformò in crema per produrre barrette. Era nata la Nutella.

A Torino il cioccolato è quasi un'istituzione e si può trovare in varie forme e per i gusti più diversi nei migliori caffè storici della città, come Baratti & Milano, Platti, Mulassano o Bicerin. Prodotto in laboratori artigianali come Candifrutto, Stratta, Odilla, Avidano o Medico, il cioccolato piemontese ha avuto la sua grande vetrina internazionale durante le Olimpiadi invernali del 2006, grazie alla sapiente promozione di maestri cioccolatieri come Guido Gobino.

Ma l'arte del cioccolato piemontese non si concentra solo a Torino. In tutto il Piemonte rinomati cioccolatieri e pasticceri hanno le loro specialità. Al Lingotto, la pasticceria Barbero produce dal 1881 i suoi "Baci di Cherasco", mescolando cioccolato fondente e nocciole tostate, mentre la Cioccolateria Ravera offre un indimenticabile "cioccocaldo". Poco distante, a Vicoforte, Silvio Bessone importa fave di cacao dal Sud America per i "Fuego": cioccolatini afrodisiaci dalla ricetta segreta.

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